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  • Immagine del redattoreAnna Maria

Arriva il freddo

Aggiornamento: 13 dic 2021

26. Novembre - 1. Dicembre--- 30.-35. giorno di viaggio


Oggi, in questo primo giorno di dicembre, sono arrivata nei pressi di Castelfiorentino. Per fortuna non ho dovuto fare molta strada ed avevo già contattato in anticipo Enzo, che mi sta ospitando. Stamane, poco dopo aver ripiegato la tenda e aver dato da mangiare ai cavalli, ha cominciato a piovigginare, ma fin lì si stava ancora bene. Quella notte mi ero fermata a La Scala nel comune di San Miniato da una famiglia che gestisce un’officina di trattori, dietro la quale tengono anche un paio di animali. Mi hanno permesso di sistemare i miei due cavalli accanto al loro e di mettere la tenda poco lontano, dietro al recinto delle anatre. Dopo essere partita, però, si è messo a piovere sempre più forte, anche se per fortuna non si è mai trasformata in un vero e proprio diluvio…. Comunque, dopo tre ore sotto l’acqua e al vento, sono stata contentissima di potermi fermare. L’inverno è arrivato ormai: per la prima volta in questo viaggio, non mi sono più sentita le mani dal freddo!

La prima nottata di diluvio e raffiche di vento l’avevo incontrata a Staffoli. Lì mi era capitata una cosa stupefacente: sulla mappa avevo segnato il posto in qui mi sarei fermata la notte ed ero convinta che lì ci fosse un amico che avevo sentito per telefono. Quindi, quando mi si era fermata accanto una macchina, a un kilometro dalla mia meta, e la coppia alla guida mi aveva chiesto se avessi bisogno di un punto d’appoggio per la sera, avevo risposto che ne avevo già uno. Avevo continuato tranquilla per la mia strada, e, una volta arrivata al punto segnato sulla mappa, invece di trovare Luca, mi ero ritrovata al maneggio della coppia che avevo incontrato prima in macchina! Avevo scoperto così di essermi incasinata con i percorsi e che quell’amico da cui volevo sostare era sulla tappa successiva. Per fortuna al Lischeto Ranch erano stati carinissimi e mi avevano subito preparato il paddock per i cavalli. Quella notte avevo poi dormito in mezzo al fieno, Sparta arrotolata accanto a me. Di notte però era scoppiato un grosso temporale, e il vento era così forte che la pioggia cadeva di traverso…. Ero stata costretta, nel mezzo della notte, a spostarmi nel centro della tettoia, per non bagnarmi. Le raffiche di vento non avevano smesso di soffiare anche per tutto il giorno successivo. Dovetti legare per bene le copertine da pioggia sui miei cavalli, ma il vento era ancora così forte che aveva continuato a infilarcisi sotto, facendole gonfiare... Fortunatamente i cavalli non si erano agitati più di tanto. Quel giorno avevo percorso un bellissimo sentiero in mezzo al bosco e mi ero poi fermata a nord di Fucecchio, al maneggio Equilis, gestito da Gaia.

Purtroppo, la pioggia non è solo un fastidio per me, ma crea problemi anche ai miei cavalli: durante quelle giornate umide, infatti, il sottopancia bagnato e sporco di fango ha fiaccato la pelle di Bamiro, creando un’abrasione nel punto in cui il materiale sfrega sulla pelle. Nei due giorni di sosta da Gaia la ferita si è richiusa bene fortunatamente, grazie alla crema e al riposo. Lunedì sono andata a cercare un altro sottopancia, così ora ho la possibilità di alternarli, per cercare di evitare il più possibile questo tipo di problemi. Ne ho comprato uno di neoprene, e la signora del negozio mi ha consigliato di usare anche il borotalco. In questo modo, anche dopo aver ripreso il viaggio lungo la Via Francigena, la fiaccatura non si è più riaperta e ora stanno già di nuovo ricrescendo i peli.

Negli ultimi giorni ho provato un senso di gratitudine sempre più forte nei confronti dei miei cavalli. Quasi non riesco a crederci: Bamiro, che quando ho conosciuto aveva così tanta paura delle macchine che non c’era modo di farlo passare accanto a una in moto, ora, a capo della nostra piccola compagnia, si muove con sicurezza e tranquillità nel traffico, aspetta al semaforo, incrocia tranquillamente i camion e non si agita neanche se qualche autista scellerato decide di oltrepassarci ai cento all’ora a un metro di distanza. E Rhiannon, che, nonostante non sia con me da così tanto tempo, mi segue ovunque io vada, schiva ogni ostacolo esattamente quanto basta per far passare le bisacce e si comporta come se non avesse fatto altro nella sua vita che portare questo strano peso sulla schiena. Grazie infinite per questi due fantastici cavalli!! L’unico modo per esprimere questo mio sentimento, proseguendo lo stesso questo viaggio faticoso, è fare le tappe corte, farli riposare il più possibile e trattarli sempre con rispetto e affetto.

Proprio questa sera ho parlato di questo con Enzo, il mio ospite, e anche lui ha condiviso con me l’amore che nutre per questi animali meravigliosi.

Se c’è una cosa che sto imparando in questo viaggio, è che quando il cavaliere e il cavallo diventano una vera squadra, si può affrontare tutto…




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